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| "All the world will be your enemy, Prince With a Thousand Enemies. And when they catch you, they will kill you. But first, they must catch you - digger, listener, runner, Prince with the swift warning. Be cunning and full of tricks, and your people will never be destroyed..." Watership Down (La collina dei conigli) Richard Adams - 1972 Fan Trailer Parte 01 Parte 02 Parte 03 Parte 04 Parte 05 Parte 06 Parte 07 Parte 08 Parte 09 Parte 10 Parte 11 Commento al film "Forse la caratteristica più interessante ed innovativa di questo film consiste proprio nello stile adottato per i fondali e per l'ambientazione in generale. Elemento fondamentale è indiscutibilmente la "realtà": le campagne, le case, le strutture costruite dell'uomo (vedi la fattoria, le travi del granaio), i colori del mondo e delle creature che lo abitano sono perfettamente corrispondenti al vero. Non si trovano certamente i blu o i verdi innaturali caratteristici della sempre imperante (per ottimi motivi) animazione targata Disney, poiché diverso è l'uso che si fa del colore: in questo caso le tinte non sono utilizzate per rappresentare uno stato d'animo o una particolare condizione spirituale, caratteristica imperante dell'universo Disneyano, ma definiscono il mondo per quello che è.Questo "verismo" si proietta anche sui personaggi: è assente qualsiasi traccia o tentativo di stile antropocentrico, di umanizzazione dei conigli. Il loro aspetto non si discosta mai troppo dalla morfologia animale, pur mantenendo una buona qualità espressiva; i vari conigli possono essere distinti solo per le dimensioni, per il colore della pelliccia, per la voce ( anche se la cosa può sembrare strana per un coniglio), insomma per le caratteristiche somatiche che un naturalista utilizzerebbe nelle sue classificazioni. La colonna sonora è opera di Angela Morley: morbida e per certi versi quasi malinconica, si adatta e si integra perfettamente con lo svolgersi delle varie scene del film. Il climax viene raggiunto con un brano di Mike Bratt interpretato da Art Garfunkel ed intitolato "Bright eyes". La scelta dei vari suoni e il loro timing durante alcune scene fondamentali, si rivela inoltre particolarmente felice, arricchendo a livello emozionale l'animazione stessa."Citazione: Qui"L'ipotesi è dolorosa, ma facciamola: che lo spettatore sia cieco. Se, non fosse per i nomi dei personaggi, alquanto bizzarri, i dialoghi, la voce fuori campo, i rumori di fondo e tutte le situazioni evocate dal sonoro basterebbero ad appassionarlo, a fargli seguire con l'apprensione prodotta da un thriller quella che deve assolutamente sembrargli l'avventura d'un gruppo di uomini animosi costretti a lasciare le loro case da un presagio di catastrofe, a lottare contro la tentazione di sostare dove sarebbero benpasciuti ma schiavi, a correre mille pericoli per procurarsi le donne e stabilirsi in un luogo pacifico dove sia garantita la conservazione della specie. Che i protagonisti siano invece soltanto dei conigli selvatici, i quali si comportano come uomini in un film via via di gangster, d'amore e di esotismo, è infatti soltanto la fantastica riprova della necessità delle leggi naturali, avanzata per convincerci che il Male e il Bene sono momenti perenni della storia. Se ne ha appunto conferma nelle peripezie degli amici di Quintilio, fornito di poteri paranormali, che avuto sentore d'un tremendo pericolo (la terra degli avi è stata resa edificabile dagli uomini), prima tentano di convincere tutti i fratelli di fiuto a scappare, e poi, giacché il Gran Coniglio li prende per pazzi visionari e li accusa di fomentare il dissenso, abbandonano la zona con gli sbirri alle calcagna, e guidati dall'intrepido Moscardo si dirigono verso una lontana collina che ha tutti i doni della Terra promessa. Lungo il cammino gli accadono cose da cuore in gola: terrorizzati dalle ombre dei boschi, assaliti dai topacci di un cimitero abbandonato, presi di mira da cani e gatti, circuiti da un ambiguo intellettuale, per avere come compagne le conigliette d'una fattoria devono soprattutto combattere contro gli sgherri del generale Vulneraria che li vuole assoggettare a un regime dispotico. È grazie all'aiuto del mitomane gabbiano tedesco Kehaar, e all'eroismo di Parruccone, andato a fare da quinta colonna nel campo nemico, che escono vittoriosi e impiantano sulla collina una colonia a cui Dio, il Grande Fritz, assicura vita eterna. Ed è con questa consolante certezza che l'anima di Moscardo, il padre della patria, serenamente s'invola nel cielo del Coniglio Nero. Nuovo frutto d'un'arguta tradizione che parte da Alice, passa attraverso Harvey e Orwell e arriva a “Playboy”, "La collina dei conigli" porta sullo schermo il romanzo di Richard Adams, edito in Italia da Rizzoli, col gusto tutto inglese del fantastico allegorico, dell'amore per la natura e dell'ironia affettuosa. Sebbene il segno grafico scelto dagli animatori Philip Duncan e Tony Guy rinvii abbastanza a Walt Disney, il regista e sceneggiatore del film, Martin Rosen, è molto più vicino, all'epica del romanziere, non immemore di Tolkien, che all'amenità schizzoide di Bugs Bunny. Anziché gli eccessi del comico e del violento persegue infatti un equilibrio, fra le sorprese dell'odissea e le svolte dei caratteri, in cui si esprima la grazia pensosa d'uno spettacolo non soltanto per ragazzi. Lo raggiunge spesso, nonostante qualche momento di scarsa incisività, e dunque la fiaba ha garbo inconsueto. Con almeno due personaggi, Kehaar e Primula gialla, simpaticamente ridicoli, una buona fusione di drammatico e di allegro, e paesaggi che reinventano la morbidezza di quelli inglesi con toni sereni ma anche brividi minacciosi. Per cui, grazie al ribaltamento della convenzione che vuole i conigli tutti timidi e codardi, si penetra in un universo parallelo festosamente paradossale. Ecco dei conigli che libertà van cercando, ecco degli uomini che almeno dai conigli possono imparare qualcosa. Per esempio, la voglia di sopravvivere."Da Il Corriere della Sera, 5 aprile 1980Edited by Nightrun - 17/3/2009, 15:42
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