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I due incrociarono lo sguardo per qualche attimo, il tempo, forse, che Nightrun si convincesse a levare la sua voce verso il cielo nero. Lo vide alzare il capo, reclinare le orecchie e poi, finalmente, il suo canto si levò nell'aria: stette ad ascoltarne il tono inizialmente più tenue e poi sempre più forte, potente mentre si perdeva nel venticello fresco. GreyMoon scodinzolò involontariamente, e anche lei si unì poco dopo, uniformando il suo tono a quello del lupo nero. Si fermò quando non ebbe più fiato nel petto e si soffermò a guardare la luna: Sei soddisfatta, vecchia? pensò la lupa, sorridendo irriverente. Stette ancora ad osservare quella distesa ricoperta di stelle e a godersi quella brezza piacevolmente fredda. Il suo sbadiglio interruppe quei momenti di pace e silenzio. Dopotutto avevano dormito poco, la notte era ancora lunga. Si ricordò poi che Nightrun le aveva posto una domanda una manciata di minuti prima; era soggetta alla solitudine? Lo stava diventando. In realtà alla solitudine ci si abitua. Credo che il mio branco non abbia più nulla da offrire. mormorò la lupa, un leggero velo di tristezza nel suo tono. Avrebbe preferito viaggiare lungo quell'immenso territorio, da sola si, ma pur sempre libera. GreyMoon si alzò e si stiracchiò stancamente Se domani vorrai accompagnarmi in giro ti conviene rientrare e riposare; non te la farò passare liscia come oggi. aggiunse ironica, ridacchiando appena per smorzare l'aria di sottile malinconia che si era creata tra loro. Gli si avvicinò, sfiorandogli la spalla col tartufo e poi rientrò, sistemandosi dove aveva riposato prima. Girò qualche volta su sé stessa e si acciambellò; il pelo nero di Nightrun lo rendeva quasi invisibile nello sfondo notturno. Chiuse gli occhi, ricordandosi del duetto fatto assiemee al lupo.
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